Gb, mamma non si fida dei medici e salva la figlia da un tumore grazie a Google Bella Flint, una b

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  1. LOCALSURF
     
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    Gb, mamma non si fida dei medici e salva la figlia da un tumore grazie a Google

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    Bella Flint, una bimba di 4 anni di Markfield, città nel centro del Regno Unito a pochi chilometri da Leicester, è viva grazie alla madre che ha preferito indagare da sola sui sintomi della piccola piuttosto che dare retta ai medici secondo i quali era sana. Mamma Jordan e papà Carly raccontano questa incredibile storia alDaily Mail, uno dei quotidiani più letti dagli inglesi.
    Comprensibile la preoccupazione di Jordan Flint davanti ai continui malesseri della figlioletta sempre stanca, in preda a crisi di vomitonon appena sveglia e in costante perdita di peso. E sono state proprio queste le parole che ha usato su Google per comprendere che Bella era malata di tumore. Secondo i dottori la bimba non aveva nulla di serio, i suoi non erano sintomi ma solo una richiesta di attenzione dovuta alla nascita della sorellina Imogen della quale era gelosa. “Questa spiegazione, anche se plausibile, per fortuna non è bastata a Jordan che ha seguito il suo istinto e le ha salvato la vita”, dice il compagno Carly Hornbuckle.

    Dopo avere trovato su internet l’allarmante conferma che i suoi timori fossero fondati, la 25enne si è recata da un altro medico che ha voluto vederci chiaro, sottoponendo la piccola a tutti i test di rito i quali hanno dato l’esito temuto. Nel cervello di Bella si era formato un tumore, ormai della dimensione di una pallina da golf la cui rimozione ha impiegato i chirurghi per ben otto ore. Il medulloblastoma, forma tumorale che colpisce soprattutto nell’età pediatrica, si sviluppa in fretta percorrendo la spina dorsale, talmente in fretta che in 4 casi su dieci si riscontra già la metastasi nel momento in cui viene diagnosticato. La tenacia e l’amore di Jordan sono stati tempestivi e hanno salvato la vita della figlia che verrà sottoposta a chemioterapia per tutto il 2010 ma che è dichiarata fuori pericolo.
    Questo tipo di tumori si sviluppa durante i primissimi anni di vita dei bambini, ci sono casi documentati in cui è stato diagnosticato nei feti. Grazie alle moderne tecniche si è arrivati ad un tasso di sopravvivenza compreso tra il 70 e l’80%, se intercettato in tempo. Dati che verranno ritoccati verso l’alto grazie a un team italiano dell’Università la Sapienza di Roma che, durante il mese di gennaio di quest’anno, ha annunciato di averne identificato il funzionamento.
     
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