Per me la vita bisognava prenderla come veniva, e non nel senso di accettare a scatola chiusa un avvenimento, positivo o negativo che fosse, ma nel senso che, a mio parere, pensare troppo uccide la semplicità delle emozioni. La spontaneità per me poteva essere quasi l’aria che respiravo, e sebbene spesso avessi parlato dei miei impulsi come cose che in certe occasioni mi avevano fatto commettere degli errori, sapevo anche che erano ciò che mi rendevano viva e, perché no, anche felice. Se mi fossi messa a ragionare troppo, solo poche settimane prima, quando avevo ricevuto l’invito al ballo in maschera in cui io e Law ci eravamo ricongiunti, credo che a quell’ora io e lui non saremmo stati lì a parlare di quel bambino.
Sarah