Italia a testa alta con l'Irlanda

Ma purtroppo nn vince

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  1. LOCALSURF
     
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    Italia a testa alta con l'Irlanda

    Gli azzurri chiudono il Sei Nazioni inchinandosi 51-24 ai rivali che però, nel giorno in cui si celebra il loro patrono San Patrizio, non riescono a vincere il torneo

    ROMA, 17 marzo 2007 - In un giorno che è comunque di grande festa, con Roma travolta dalla passione per il rugby, l'Italia torna sulla terra. Gli azzurri, contro l'Irlanda, trascinati dal piedino fatato di Pez (due piazzati e due drop al bacio) giocano alla pari per un tempo. Poi crollano al cospetto di avversari animati da un obiettivo prestigiosissimo: segnare il maggior numero di punti per tornare a vincere il Sei Nazioni dopo 22 anni. Per Bortolami e compagni la lezione è pesante, pesantissima: otto mete subite (a due) per un eloquente 24-51 finale, punteggio che per scarto rappresenta la peggior sconfitta interna nella storia di sei scontri diretti. A far crollare le speranze irlandesi è poi arrivato il successo francese 46-19 sulla Scozia con una metà all'ultimo secondo che ha portato i transalpini in vetta alla classifica in virtù della differenza punti.

    LA STORIA DEL MATCH - La svolta poco prima dell'intervallo quando, sul 12-13, l'arbitro, il sudafricano Kaplan, non si avvede di un chiaro "in avanti" di Hickie che lancia in meta D'Arcy: con la conseguente trasformazione, il punteggio al cambio campo è fissato sul 12-20. Al danno si aggiunge la beffa: nella stessa azione Pez si fa male a una spalla e al ritorno, al suo posto, c'è Scanavacca. Il rodigino non ha responsabilità specifiche, ma nel secondo tempo la luce azzurra non si accenderà praticamente mai. Gli irlandesi, trascinati da metà del pubblico del Flaminio - una marea vestita di verde - festeggia il giorno di San Patrizio al meglio: in 13' minuti, dal 6' al 19', con una batteria di trequarti irresistibili, la squadra di O'Sullivan realizza quattro mete.

    FINALE - O'Gara, calciatore designato, non è precisissimo, ma poco importa. Il divario si fa via via più netto. Berbizier, non bastasse, già con gli uomini contatissimi a cause di infortuni e squalifiche, è costretto a un'ulteriore girandola di cambi che non può non ridurre la personalità della squadra. Il resto è solo tanto orgoglio e due bella mete: una di Bortolami, bravo a sfruttare al meglio un calcio taglia campo di De Marigny, l'altra in tuffo dello stesso estremo di origini sudafricane. Non serve, ovviamente, a ribaltare il risultato, ma aiuta a non cancellare quanto di grande fatto in un Sei Nazioni che, con due vittorie (prima in trasferta compresa) resterà nella storia.

    Italia-Irlanda 24-51 (12-20)

    MARCATORI: p.t. 6' c.p. O'Gara, 12' drop Pez, 14' c.p. Pez, 17' m. Dempsey, 22' m. Easterby, 25' c.p. Pez, 28' drop Pez, 39' m. D'Arcy tr. O'Gara; s.t. 6' m. Dempsey tr. O'Gara, 11' m. Horgan, 15' m. Hickie tr. O'Gara, 19' m. O'Gara tr. O'Gara, 35' m. Bortolami, 38' m. Hickie, 43' m. De Marigny tr. Scanavacca.

    ITALIA: De Marigny; Robertson, Galon (23' s.t. Barbini), Mi. Bergamasco, Pratichetti; Pez (1' s.t. Scanavacca), Troncon (39' s.t. Griffen); Parisse (25' s.t. Bernabò), Zaffiri (2' p.t. Sole), Zanni; Bortolami, Dellapè; Nieto (27' s.t. Perugini), Festuccia (39' s.t. Ghiraldini), Perugini (12' s.t. Staibano). All. Berbizier.
    IRLANDA: Dempsey; Horgan, B. O'Driscoll (20' s.t. Trimble), D'Arcy, Hickie; O'Gara, Stringer; Leamy, Wallace, Easterby; M. O'Driscoll (13' s.t. Hogan), O'Callaghan; Hayes, R. Best (21' s.t. Flannery), Horan (25'-38' s.t. S. Best). All. O'Sullivan.

    ARBITRO: Kaplan (S.Af).

    NOTE - Spettatori 25.000. Calci: Pez 2 su 3 (6 punti) + 2 drop, Scanavacca 1 su 2 (2 punti); O'Gara 5 su 9 (11 punti). Uomo del match: D'Arcy.
     
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